FAQ

 

In questa sezione sono elencate un certo numero di domande tipiche.

 

1.Perché ci sono così tante viste e non solo una vista 3D del collegamento di interesse con le membrature affluenti al nodo?

Perché CSE tratta strutture intere, non soltanto collegamenti singoli. Si può anche studiare un collegamento singolo, comunque, come caso particolare. Ma anche quello avrà la sua struttura di riferimento. Quindi serve anche poter vedere il modello fem della intera struttura e tutti i nodi presenti in essa.

 

2.Si verificano una per volta le connessioni di ogni membratura con un'altra o tutte assieme?

In CSE si verificano i Renodi, che possono unire svariate membrature. La verifica riguarda tutti i componenti, destinati ad unire qualsiasi cosa: una unica verifica tratta tutte le membrature, tutti i componenti aggiunti e tutti i mezzi di unione presenti in quel Renodo, per tutte le combinazioni di verifica e tutte le istanze di quel Renodo.

 

3.Perché si usano tanti termini nuovi e simili tra loro come nodo, jnodo, renodo, prenodo o BFEM, CFEM eccetera?

Perché altrimenti il rischio di confusione è altissimo. CSE ha trattato per primo molti nuovi problemi e per definire univocamente ciò di cui si sta parlando servono vocaboli nuovi e termini specifici. CSE tratta nodi in generale e non solo nodi preconfezionati: l'utente è libero di creare i nodi che vuole! In questo ambito il problema è molto più generale.

 

4.Quanti diversi modelli "FEM" gestisce CSE, e perché?

CSE gestisce i seguenti modelli agli elementi finiti:

1.BFEM (bernoulli fem): è il modello a travi e bielle iniziale dal quale si traggono i renodi da calcolare.

2.IFEM (initial fem): è un modello FEM creato in background da CSE per calcolare un generico Renodo secondo le modalità normali.

3.CFEM (component fem): è il modello FEM di un singolo componente, creato in modo automatico da CSE a richiesta dell'utente, per sottoporlo a verifica di resistenza o stabilità. CFEM usa le forze interne negli unitori calcolate da IFEM e le riapplica con il segno cambiato in base al principio di azione e reazione.

4.MCFEM (multi component fem): è il modello FEM di vari componenti uniti tra loro, creato in modo automatico da CSE a richiesta dell'utente, per sottoporre questi componenti a verifica di resistenza o stabilità.

5.PFEM (pure fem): è un modello fem dell'intero nodo con tutti i componenti e tutti i mezzi di unione, creato automaticamente da CSE su richiesta dell'utente. Le membrature sono caricate all'estremo lontano dalla connessione da forze e momenti equivalenti a quelli indicati all'estremo connesso.

 

Ovviamente ogni modello ha uno scopo diverso e non vanno confusi tra loro: per questo si è scelto di usare una terminologia specifica.

 

5.Dove definisco le azioni di calcolo?

Una volta costruito il Renodo, con il comando Verifiche-Azioni Interne.

 

6.Che genere di combinazione delle azioni interne sono disponibili?

Se il modello è stato importato da fuori, tutte le combinazioni definite nel modello originario sono disponibili e verificabili. Volendo si possono scegliere le peggiori 24 combinazioni per ogni membratura, se le combinazioni sono tante. In alternativa a queste, si può definire direttamente una tabella di valori ed incollarla dentro CSE. Una ulteriore possibilità è chiedere a CSE di generare delle combinazioni (24 per ogni membratura), partendo dai valori massimi di sollecitazione. Si veda anche qui.

 

7.Che succede se devo cambiare le dimensioni di un profilo o la sua orientazione?

In generale se si vanno a verificare le connessioni ciò implica che il dimensionamento dei profili sia stato già eseguito. Può accadere tuttavia che mentre si stanno verificando e progettando le connessioni ci si accorga di dover modificare la forma sezionale di una o più membrature. In questo caso il problema è diverso a seconda che il modello BFEM sia stato creato dentro CSE o sia stato letto da fuori.

Se il modello è stato letto da fuori, e sono impiegate le azioni interne di calcolo calcolate fuori da CSE, allora è necessario modificare per primo il modello BFEM originario, fuori da CSE. Poi con il comando Aggiorna è possibile aggiornare il modello BFEM di CSE senza perdere i nodi che non sono coinvolti dalle modifiche. Usare delle sezioni cambiate con le vecchie azioni interne non sarebbe infatti corretto.

Se il modello BFEM è stato creato dentro CSE il problema è in linea di principio lo stesso, ma è tuttavia possibile modificare la forma sezionale degli elementi del Renodo senza modificare corrispondentemente il modello BFEM (cosa che si può fare anche nel caso precedente sebbene sia sconsigliato). In tal caso, ovviamente, vi sarà una incoerenza tra il modello di calcolo BFEM (ancora con le vecchie forme sezionali) e quello del Renodo (che invece usa le nuove). Sarà sufficiente utilizzare per le azioni di calcolo valori ben definiti (e quindi non le "frazioni dei limiti elastici o plastici"), perché il calcolo sia corretto.

 

Se si stanno progettando nodi tipici, impiegando come spesso avviene nodi parametrizzati, è di gran lunga più rapido tornare alla vista fem, riassegnare la forma sezionale agli elementi coinvolti, e poi: a) Eseguire il comando Cerca Membrature; b) Eseguire il comando cerca JNodi; c) Passare alla vista Renodo; d) Riassegnare il nodo parametrico. Le 4 operazioni a,b,c,d comportano pochi click del mouse.

 

8.Quali sono i passi tipici da compiere se devo solo studiare un collegamento senza importare una intera struttura?

Se il collegamento è uno di quelli tipici, con il comando Fem-Nodi Tipici si può generare rapidamente la strutturina BFEM necessaria e poi si va direttamente alla costruzione tridimensionale del renodo. Se invece lo schema non è tipico, allora con i comandi del menu FEM si genera la strutturina di riferimento per il nodo, poi si cercano le membrature con il comando Fem-Cerca Membrature, e poi si cercano i JNodi con il comando JNodi-Cerca. Infine si seleziona il JNodo (unico) nella vista JNodo e si passa alla vista Renodo per la costruzione 3D del nodo stesso.

 

9.Quali sono i passi tipici se devo importare una intera struttura?

Dapprima si legge il modello con il comando File-Importa. La lettura del modello comporta anche la automatica ricerca delle membrature. Poi si cercano i JNodi con il comando JNodi-Cerca. Infine si seleziona un JNodo per volta di quelli trovati e si passa alla vista Renodo per la costruzione 3D del nodo stesso e la sua verifica.

 

10.In sintesi quali sono le verifiche da fare?

La verifica di resistenza delle saldature e delle bullonature. La verifica di rifollamento. La verifica di punching shear. La verifica di block tear se ci sono bullonature. La verifica di resistenza e stabilità dei componenti (membrature e tramite). Con bullonature ad attrito la verifica di slittamento è automatica. Con ancoraggi la verifica di sfilamento è automatica. La verifica di deformabilità, controllando che gli spostamenti stimati non siano eccessivi. Le verifiche che richiedono maggior attenzione dell'utente sono le verifiche di resistenza e stabilità dei componenti. Le verifiche di saldature e bullonature sono automatiche una volta che si siano impostati i dati di calcolo.

 

11.Che genere di report posso ottenere da CSE?

Il report di CSE è in formato ODT o ePUB e si ottiene dal comando File-Report, esso contiene testo, tabelle e immagini. Tale report si riferisce al calcolo del Renodo attivo quando il comando viene eseguito (vi sarà un report per ogni Renodo). All'interno di Sargon Reader è poi possibile creare un report per ogni analisi agli elementi finiti che sia stata fatta. Tali report, opzionalmente, si aggiungono a quello principale del Renodo calcolato. Esiste poi un tabulato, in formato ASCII (estensione .out) che riporta in forma tabellare tutti i dati di calcolo e la descrizione dei tutti i componenti. Si possono catturare immagini con il comando File-Fotografa e creare file AVI del nodo.

 

12.Perché il report è in formato ePUB e come posso ottenere il formato .DOC o .PDF?

Il formato ePUB è molto leggero, non è un formato proprietario, ed è un formato molto comodo su tablet e telefoni cellulari. ePUB è in sostanza un file zip (basta rinominarlo) che include file HTML e JPG o PNG. Peraltro ePUB può essere direttamente convertito in PDF o DOC da svariati programmi (ad esempio http://www.ebookconverter.net/  oppure Calibre, o AVS Converter). EPUB è il formato degli eBook. Se si usa il formato ODT questo è direttamente leggibile da molti programmi incluso WordTM.

 

13.Il programma può importare una intera struttura con tutte le azioni interne e le combinazioni?

Sì, se questa è stata fatta e calcolata con uno dei programmi con i quali CSE è interfacciato.

 

14.Come posso "insegnare" al programma alcune specifiche verifiche da fare?

Aggiungendo variabili utente e verifiche utente al Renodo allo studio.

 

15.Posso registrare le mie connessioni tipiche?

Si, con la versione FULL. Anche i nodi più strani, sia per le forme sezionali usate, sia per il numero e la disposizione dei componenti, possono essere parametrizzati, facendo in modo che il programma li generi in modo molto rapido, con il desiderato grado di interattività.

 

16.Come viene riconosciuta la connessione tra due componenti in CSE?

In CSE la connessione tra due componenti è sempre realizzata per mezzo di un unitore, come una saldatura o una bullonatura. La saldatura collega due componenti, la bullonatura fino a 10 spessori. Il riconoscimento che una saldatura o una bullonatura collegano dei componenti avviene grazie alla posizione spaziale della saldatura o bullonatura e dei componenti. Spostando la saldatura o la bullonatura può dunque perdersi la connessione. In tal caso la connessione potrà essere ripristinata posizionando opportunamente i mezzi di unione. Per riconoscere la connessione è fondamentale che le facce dei pezzi connessi siano in contatto, ovvero che siano complanari e con normali opposte. Gli oggetti vengono facilmente diposti nella scena in modo che le loro facce siano in contatto e complanari.

 

17.Perché il programma usa per default la distanza minima dai bordi per tutte le direzioni e non usa invece (come è possibile chiedere) la distanza in direzione X per le forze X e quella Y per le forze Y?

Le verifiche a rifollamento devono tener conto della reale direzione della forza risultante. Normalmente nelle normative si presume che tale direzione coincida con quella X o Y (ovvero delle righe  e delle colonne), ma in generale non è così. Scomponendo la risultante nelle due direzioni X ed Y, si troveranno distanze dal bordo in generale diverse da quella che si troverebbe usando la direzione effettiva della forza.

 

 

 

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