3.Modalità di implementazione in Sargon

3.0 Premessa e ipotesi di base

La verifica di capacità ha senso solo in ambito sismico. Quindi, il modello deve avere almeno un caso di carico etichettato "SISMA STATICA EQUIVALENTE" o "SISMA MODALE". Inoltre, la verifica è applicata al combiset attivo, e dunque tale combiset deve contenere almeno una combinazione sismica. Una combinazione è dichiarata sismica se al suo interno esiste almeno un caso di carico sismico con fattore moltiplicativo non nullo.

Perché la verifica di capacità abbia senso devono essere state definite delle zone dissipative. Le zone dissipative sono gli estremi degli elementi nel caso degli elementi beam, o l'intero elemento nel caso di elementi truss.

Gli elementi link delle strutture con sistemi EBF (eccentric bracing frames) sono individuati da queste condizioni:

1.Sono elementi beam.

2.Hanno zone dissipative ad entrambi gli estremi.

3.Il valore minimo e massimo delle lunghezze di link (in questo dialogo) sono diversi da zero.

Si danno i seguenti casi di combinazione di sistemi EBF (eccentric bracing frame) e MRF (moment resisting frames):

Nel caso in cui nella struttura siano presenti solo sistemi MRF, basterà dare valori nulli alle lunghezze limite dei link (in questo dialogo) perché nessun elemento beam sia individuato come link.

Nel caso in cui nella struttura siano presenti solo sistemi EBF, basterà dare valori non nulli alle lunghezze limite dei link, e determinarli in modo che i link abbiano lunghezza tale da ricadere nella appropriata zona (link corti, lunghezza minore del minimo, link lunghi lunghezza maggiore del massimo, link intermedi, lunghezza intermedia tra il minimo ed il massimo). Ogni link è un elemento finito con entrambi gli estremi dichiarati dissipativi. La lunghezza del link è la lunghezza dell'elemento finito.

Se nella struttura sono presenti sia sistemi MRF che EBF bisogna fare in modo che i beam MRF non abbiano entrambi gli estremi dissipativi, cosa che si fa facilmente se necessario interponendo un nodo. Al contrario, i link hanno sempre entrambi gli estremi dissipativi.

Nel caso di elementi beam la norma  fa implicitamente l'ipotesi che la dissipazione avvenga per momento flettente M2 nei telai MRF, mentre essa può avvenire per momento M2 nei link "lunghi" delle strutture EBF e per taglio V3 nei link corti. Sorge dunque da qui la necessità di distinguere le zone dissipative dei link dei telai EBF dalle zone dissipative delle travi nei telai MRF. In effetti tale distinzione avviene perché per convenzione gli elementi link hanno sempre entrambi gli estremi dissipativi, mentre le travi dissipative dei sistemi MRF, ove nel modello siano anche presenti elementi link, hanno un solo estremo dichiarato dissipativo.

Nel secondo caso (elementi truss) la dissipazione è associata alla azione assiale (strutture CBF).

Il comando per assegnare le zone dissipative agli elementi è Struttura-Gerarchia-Aggiungi DZONE.

Per alcune verifiche il programma assume che gli elementi dissipativi siano del tipo: ad H simmetrico laminato; ad H anche asimmetrico saldato; tubi circolari; box rettangolari o quadrati; Rhs.

Relativamente agli elementi di link, il programma assume che questi abbiano sezione a doppio T simmetrica laminata o saldata, e se tale circostanza non si verifica viene dato un Warning.

 

3.2 Definizione e rimozione delle Zone Dissipative

Come accennato la assegnazione delle zone dissipative e la sua rimozione si possono realizzare con il comando Struttura-Gerarchia-Aggiungi DZONE. Il comando Struttura-Gerarchia-Rimuovi! serve invece per eliminare rapidamente le zone dissipative precedentemente assegnate dagli elementi selezionati.

CAPACITY1

Zone dissipative in una struttura a telaio in direzione X e CBF in direzione Y

La assegnazione delle zone dissipative è fatta dall'utente sulla base del suo progetto, non è una operazione compiuta dal programma. Le zone dissipative sono individuate da un cerchio pieno di colore rosa, il cui diametro è il doppio del corrispondente diametro dei simboli per gli svincoli e per i segni di connessione. Tra le possibili opzioni relative alla visualizzazione degli oggetti nella finestra grafica, vi è anche quella che sceglie di far vedere o di non far vedere i simboli per gli elementi dissipativi (qui).

 

3.3 Verifiche: criteri generali

I criteri generali a cui ci si dovrebbe attenere sono i seguenti:

1.Verifiche di classe e di snellezza per gli elementi dichiarati dissipativi. Per i link verifiche sulla lunghezza e loro classificazione in "lunghi", "corti" ed "intermedi".

2.Determinazione, per ogni combinazione sismica, di un pertinente fattore di sovraresistenza Ω, e del corrispondente fattore complessivo K=1.1 γov Ω, che dipende dalla combinazione.

3.Verifiche sulle azioni affluenti negli elementi dissipativi: limitazione delle sollecitazioni spurie e valori sotto quelli limite per le componenti principali della sollecitazione.

4.Verifiche degli elementi non dissipativi con sollecitazioni di calcolo opportunamente amplificate rispetto a quelle delle combinazioni sismiche.

5.Verifiche di omogeneità degli sfruttamenti degli elementi dissipativi (diagonali per sistemi CBF, link per sistemi EBF), mediante la verifica che i fattori Ω non siano troppo diversi tra loro.

 

Le verifiche richiedono alcune scelte preliminari che ne orientano il funzionamento. Tali scelte preliminari vengono compiute con il comando Struttura-Gerarchia-Imposta. Tra le scelte da fare, il valore dei coefficienti parziali, la classe di duttilità (alta o bassa), la modalità di classificazione da adottare per la verifica di classe degli elementi beam dissipativi, la lunghezza delle travi dissipative da considerare per il calcolo dei tagli plastici, l'intervallo di snellezza adimensionale che le bielle dissipative devono soddisfare, le lunghezze limite per la classificazione dei link, e le soglie che le sollecitazioni spurie degli elementi dissipativi non devono superare (si tratta di V2, M3 ed M1).

 

3.4 Verifiche: descrizione passo-passo (metodo 1)

 

Nella versione attuale del programma è rilasciato il solo metodo 1, teso a sposare, per quanto possibile, le regole di normativa. In futuro è previsto che siano aggiunti altri metodi, più generali di quelli previsti dalla normativa, ma in scia con essa per quanto attiene ai principi generali (che sono poi quelli che contano).

La versione attuale del programma (11.70) tiene conto delle strutture a telaio (MRF), con controventi concentrici (CBF), o con controventi eccentrici (EBF).

 

1. Per prima cosa vengono calcolati e stampati i fattori di sovraresistenza Ω per ogni combinazione sismica. Se tali fattori risultano minori di 1 ciò implica che le sollecitazioni di progetto superino i valori plastici per gli elementi dissipativi, il che è di per sè inaccettabile. La formula al momento impiegata per valutare Ω in una data combinazione è la seguente

Ω=min{Mpl,Rd,i / MEd,i,   Npl,Rd,j / NEd,j,   1,5Ml,Rd,2,k / MEd,2,k,   1,5Vl,Rd,3,m / VEd,3,m}

e tiene conto sia degli elementi trave che degli elementi biella dissipativi, che dei link presenti nel modello. L'indice "i" si riferisce alla travi dissipative dei telai MRF. L'indice "j" alle bielle dissipative dei sistemi CBF. L'indice "k" ai link lunghi ed intermedi dei sistemi EBF. L'indice "m" ai link corti dei sistemi EBF.

Se nella struttura sono presenti solo elementi dissipativi di un certo tipo (travi dissipative, bielle, link lunghi o intermedi, link corti) il ciclo riguarderà evidentemente solo questi elementi. Ciò implica che il sistema di controvento sia (MRF,MRF) o (CBF, CBF) o (EBF, EBF) nelle due direzioni. Se invece i due sistemi sono diversi, allora verranno controllati sia gli elementi beam che i truss che i beam che agiscono come link. In questo caso, se la struttura è disaccoppiata e se la direzione del sisma è allineata con uno degli assi, allora il fattore Ω minimo sarà quello relativo agli elementi impegnati su quella direzione, e non relativo agli altri elementi. Per le direzioni inclinate non è possibile dire a priori quel che può succedere, anche se è da attendersi che per strutture ben progettate "vinca" sempre il sistema della direzione prevalente.

MEd ed NED solo le sollecitazioni in macchina in quella combinazione sismica così com'è.

NplRd è pari a A  fy / γM0.

MplRd è il momento plastico limite degli elementi beam dissipativi. Esso è pari a W2pl fy / γM0. Si usa quindi il momento secondo l'asse 2 (anche per MEd). Non si tiene conto di alcuna riduzione così come indicato dalla normativa, che indica il medesimo simbolo per il momento plastico (e del resto richiede precise limitazioni sulle altre sollecitazioni "piane").

Va notato che il momento letto è quello all'estremo (dissipativo) preso in considerazione, in valore assoluto.

Ml,Rd è il momento ridotto per tener conto della presenza della azione assiale e del taglio. Viene calcolato in questo modo.

Se n=NEd/Npl,Rd< 0,15

se V<0,5Vpl         ρ=0

altrimenti                             ρ=(2VEd/Vpl-1)2

Ml,Rd = Mpl,Rd (1-ρ)

altrimenti

a=(Ag -2btf)/Ag

Ml,Rd = Mpl,Rd (1 - n - ρ)/(1 - 0,5a)

bove b è la larghezza della flangia, tf il suo spessore e Ag l'area lorda della sezione.

VlRd è il taglio ridotto per tener conto della azione assiale e viene calcolato così:

Se n=NEd/Npl,Rd< 0,15

VlRd=Vpl

altrimenti

VlRd=(1-n) Vpl

2. Mentre viene determinato, in ogni combinazione, il fattore Ω, si tiene anche conto del minimo Ω e del massimo Ω relativo agli elementi biella, ed ai link, in modo da eseguire la verifica sulla omogeneità dello sfruttamento richiesta dalla normativa. Viene quindi stampato il minimo Ωtruss ed il massimo Ωtruss, nonché  il minimo Ωlink ed il massimo Ωlink, per ogni combinazione sismica.

3. Vengono individuati tutti i nodi ai quali affluiscono elementi trave o biella dissipativi. Da questo momento comincia un ciclo su tutti questi nodi "dissipativi".

4.Comincia un ciclo su tutti gli elementi beam connessi al generico nodo dissipativo. Questi vengono divisi in beam dissipativi (nel nodo) (a loro volta distinti in link e non link) e beam non dissipativi (nel nodo). Per ogni elemento beam (dissipativo o no) si calcola il fattore di sovraresistenza per il suo materiale e si memorizza per compararlo con il massimo al variare degli elementi strutturali dissipativi (γov,max). Si calcolano i massimi di ciascuna sollecitazione elementare, in quell'estremo di quell'elemento, al variare delle combinazioni sismiche (inviluppo sismico). Si fa lo stesso per tutte le combinazioni sismiche, ma trascurando gli effetti del sisma e considerando solo gli altri carichi, al variare delle combinazioni sismiche.

5. Elemento beam dissipativo (non link). Si calcolano e dichiarano stampandoli i valori plastici senza riduzioni dovuti alla interazione delle sollecitazioni dei momenti M2 ed M3. Nel caso in cui l'elemento dissipativo sia dei tipi previsti (H, O, box, cosa peraltro auspicabile), si fa la classificazione della sezione dell'elemento dissipativo per le sollecitazioni elementari, e si verifica la classe massima o la prescelta classe di sollecitazione elementare fatta dall'utente, nei riguardi del massimo previsto per gli elementi dissipativi. Il massimo previsto è 2 per la classe di duttilità bassa, e 1 per quella alta. Si verifica che la massima azione assiale complessiva, per tutte le combinazioni sismiche, precedentemente calcolata, rispetti la limitazione NEd < 0.15 Npl. Si verifica che il massimo momento secondo l'asse 2, M2Ed sia minore del momento plastico secondo l'asse 2. Si fa la stessa verifica per il momento secondo l'asse 3. Si calcola un taglio secondo l'asse 3 dato da due contributi: il massimo taglio dovuto ai carichi non sismici nelle combinazioni sismiche, V3Ed,G,, precedentemente calcolato; il taglio plastico V3Ed,M dato da 2M2pl/L, dove M2pl è il momento plastico secondo l'asse 2, ed L una lunghezza introdotta dall'utente (la lunghezza delle travi dissipative, che può non coincidere con la lunghezza dell'elemento finito). Tale taglio (V3Ed,G+ V3Ed,M) si verifica sia minore di 0.50 V3pl,Rd. Si fa la stessa identica cosa sul taglio V2 ma considerando il momento M3. Queste verifiche sono una generalizzazione delle 7.5.3, 7.5.4, 7.5.5 delle NTC 2008 (o 7.5.4 7.5.5. e 7.5.6 delle NTC 2018). Se la zona dissipativa dell'elemento dissipativo non soddisfa qualcuna di queste verifica, la zona dissipativa viene marcata come non verificata.

5. Elemento beam dissipativo (link). Si cataloga il link in "corto" (se la sua lunghezza è minore della lunghezza limite minima), "lungo" (se la sua lunghezza è maggiore della lunghezza limite massima) o "intermedio". Si calcolano e dichiarano stampandoli i valori plastici senza riduzioni dovuti alla interazione delle sollecitazioni dei momenti M2 ed M3. Nel caso in cui l'elemento dissipativo sia dei tipi previsti (H, O, box, cosa peraltro auspicabile), si fa la classificazione della sezione dell'elemento dissipativo per le sollecitazioni elementari, e si verifica la classe massima o la prescelta classe di sollecitazione elementare fatta dall'utente, nei riguardi del massimo previsto per gli elementi dissipativi. Il massimo previsto è 2 per la classe di duttilità bassa, e 1 per quella alta. Si calcolano le sollecitazioni limite Vu e Mu in funzione della catalogazione del link in corto, intermedio o lungo. Si verifica che le sollecitazioni massime M2Ed e V3Ed siano inferiori rispettivamente a Mu e Vu. Si verificano le componenti "spurie" M3Ed, V2Ed e M1Ed rispetto ai massimi limiti dati da k1M3pl, k2V2pl e k3 M1pl.

6. Elemento beam non dissipativo. Si calcola un fattore riduttivo del momento elastico pari a Kred= (1- |Nmax| * γM0 / [A * fy]). Se tale fattore è negativo si pone eguale a zero. Il fattore riduttivo usa una semplice formula di interazione elastica di presso o tenso flessione retta (come implicitamente richiesto dalla normativa). Si calcolano dei momenti elastici ridotti massimi come Kred W2 fy / γM0, e Kred W3 fy / γM0. Si esegue, sulla sola sezione non dissipativa dell'elemento beam non dissipativo affluente al nodo dissipativo, una verifica di resistenza fatta in questo modo. Si esegue un ciclo sulle combinazioni sismiche. Si calcolano le sollecitazioni non sismiche SG e quelle totali SEd affluenti alla sezione non dissipativa nella generica combinazione sismica. Per differenza si calcolano quelle sismiche SE. Dato il fattore di sovrasresistenza γov per il materiale dell'elemento non dissipativo, e dato il fattore di sovraresistenza Ω della combinazione, si calcola la sestupla di sollecitazioni: S'Ed= SG+1,1γovΩ SE. Si esegue una verifica sezionale di resistenza calcolando il seguente sfruttamento E: E=[ (NEd'/Nel) + (M2Ed'/M2el)+(M3Ed'/M3el)]/(1- ρ) . Si noti l'uso dei limiti elastici (con γM0). Il fattore ρ si calcola come segue. ρ=max{ρ2, ρ3}. Se V3Ed' < 0.5 V3pl, ρ3=0, altrimenti ρ3=(2V3Ed' / V3pl -1)2. Analogamente per V2. In altre parole, si tiene in conto la presso o tenso flessione biassiale e l'interazione coi tagli, ma non si considera la torsione. Si usa quindi una quintupla di azioni interne e non la terna prevista (in modo secondo noi eccessivamente semplicistico) dalla normativa. Dato che la verifica è solo di resistenza e solo relativa a una sezione, occorrerà cautelarsi eseguendo verifiche complete con un combiset opportunamente creato (se ne parla dopo). Dopo aver eseguito il ciclo su tutte le combinazioni, si stampa il massimo coefficiente di sfruttamento per quell'elemento non dissipativo di quel nodo dissipativo.

7. Si fa ora un ciclo su tutti gli elementi truss connessi al nodo dissipativo. Questi vengono divisi in truss dissipativi (nel nodo) e truss non dissipativi (nel nodo). Per ogni elemento truss (dissipativo o no) si calcola il fattore di sovraresistenza per il suo materiale e si memorizza per compararlo con il massimo al variare degli elementi strutturali dissipativi (γov,max). Si calcolano i massimi della azione assiale, in quell'estremo di quell'elemento, al variare delle combinazioni sismiche. Si fa lo stesso per tutte le combinazioni sismiche, ma trascurando gli effetti del sisma e considerando solo gli altri carichi, al variare delle combinazioni sismiche.

8. Elemento truss dissipativo. Si calcola e dichiara stampandolo il valore plastico senza riduzioni di sorta di N. Nel caso in cui l'elemento dissipativo sia dei tipi previsti (H, O, box), si fa la classificazione della sezione dell'elemento dissipativo per la N, e si verifica nei riguardi del massimo previsto per gli elementi dissipativi. Il massimo previsto è 2. Si verifica che la massima azione assiale complessiva, per tutte le combinazioni sismiche, precedentemente calcolata, rispetti la limitazione NEd <  Npl.  Si verifica la limitazione di snellezza dell'elemento truss dissipativo. Se la zona dissipativa dell'elemento dissipativo non soddisfa qualcuna di queste verifiche, la zona dissipativa viene marcata come non verificata.

9. Elemento truss non dissipativo. Si esegue, sull'elemento truss non dissipativo affluente al nodo dissipativo, una verifica di resistenza fatta in questo modo. Si esegue un ciclo sulle combinazioni sismiche. Si calcolano le sollecitazioni non sismiche NG e quelle totali NEd affluenti alla sezione non dissipativa nella generica combinazione sismica. Per differenza si calcolano quelle sismiche NE. Dato il fattore di sovrasresistenza γov per il materiale dell'elemento non dissipativo, e dato il fattore di sovraresistenza Ω della combinazione, si calcola la sollecitazione: N'Ed= NG+1,1γovΩ NE. Si esegue una verifica sezionale di resistenza calcolando il seguente sfruttamento E: E= (NEd'/Npl). Dato che la verifica è solo di resistenza, occorrerà cautelarsi eseguendo verifiche complete con un combiset opportunamente creato (se ne parla dopo). Dopo aver eseguito il ciclo su tutte le combinazioni, si stampa il massimo coefficiente di sfruttamento per quell'elemento non dissipativo di quel nodo dissipativo.

10.Terminato il ciclo sugli elementi affluenti al nodo, si verifica se qualche elemento non dissipativo affluente al nodo è risultato non verificato. Se sì, allora tutte le zone dissipative degli elementi dissipativi affluenti al nodo vengono marcate come non verificate. La verifica dei singoli elementi dissipativi è già stata fatta nel corso del ciclo. In questo modo, è possibile che alcuni alementi risultino verificati ed altri no, se ad essere non verificati sono elementi non dissipativi. Invece, se non sono verificati elementi non dissipativi, tutte le zone dissipative degli elementi affluenti al nodo, nel nodo, sono marcate non verificate (rosse).

11. Terminato il loop sugli elementi affluenti al nodo si stampano dei dati relativi al nodo dissipativo (quanti elementi dissipativi, quanti no, e di che tipo).

12. Infine, viene eseguita una verifica sui momenti nel seguente modo. Se gli elementi beam (dissipativi o no) hanno un asse principale parallelo con l'asse X, viene calcolato il loro momento di riferimento e sommato o a uno o all'altro di due addendi, a seconda che l'elemento sia dissipativo o no: quello degli elementi dissipativi e quello degli elementi non dissipativi. Il momento di riferimento è così calcolato. Per gli elementi dissipativi, è Wpl x fy / γM0, prendendo il Wpl del pertinente asse principale (2 se è l'asse 2 ad essere parallelo ad X, 3 se è il 3, nulla altrimenti). Per gli elementi non dissipativi, prendendo il pertinente momento elastico ridotto Kred Wel x fy / γM0(2 se è l'asse 2 ad essere paralleo, 3 se è l'asse 3, nulla altrimenti). La stessa operazione viene compiuta per l'asse globale Y e per l'asse globale Z. Se avviene, per una certa direzione, che tutti gli elementi beam connessi al nodo dissipativo hanno almeno un asse principale parallelo a quell'asse (e dunque le somme non trascurano alcun elemento beam) allora si esegue la verifica che il momento totale elastico ridotto degli elementi beam non dissipativi, superi di F volte il momento totale (plastico) degli elementi beam dissipativi. Il fattore F vale 1.1 in classe di duttilità bassa e 1.3 in classe di duttilità alta. La verifica tiene conto della riduzione di momento elastico dovuta alla azione assiale negli elementi non dissipativi, ma non tiene conto di una loro flessione biassiale, come del resto previsto dalla normativa, che somma i momenti agenti su un piano. Per quanto riguarda gli elementi dissipativi, considerare il loro momento plastico privo di riduzioni è a favore di sicurezza. La verifica in questione è una generalizzazione della formula 7.5.11 di NTC 2008 (gerarchia delle resistenze  trave-colonna):  

ΣMC,pl,Rdγov ΣMb,pl,Rd

13 Al termine delle verifiche di tuti i nodi dissipativi, viene chiesto se creare un nuovo combiset, che si potrà convenientemente usare per le verifiche di resistenza e stabilità degli elementi NON dissipativi. Il combiset viene creato (e la domanda proposta) solo se c'è un combiset libero (ovvero uno dei 5 combiset è vuoto), o se esiste già un combiset marcato "OVS" (overstrength). Se il combiset viene creato, esso viene generato con queste regole. Si chiama "OVS" (OVer Strength). E' identico al combiset di partenza in tutte le combinazioni non sismiche. Nelle combinazioni sismiche, i fattori C associati ai casi sismici vengono amplificati del fattore 1.1 γov,max Ω, dove γov,max è il massimo fattore di sovraresistenza dei materiali presenti nel modello, e Ω è il fattore di sovraresistenza della combinazione presa in esame, calcolato al punto 1.

CAPACITY2

Al termine delle verifiche si può vedere una mappa a colori, con le zone dissipative colorate in funzione della verifica: verde per verifica soddisfatta, e rosso per verifica non soddisfatta. Il comando da usare è Struttura-Gerarchia-Mostra Risultati. Il comando è un flag e può essere attivato o meno.

 

3.5 Verifiche: il tabulato

 

Il tabulato è un file TXT che si chiama "MODELLO.CAPACITY.TXT", dove "MODELLO" è il nome del modello. Di seguito si commentano i tipici blocchi di stampa reperibili nel tabulato. Si fa presente che i numeri di questo esempio sono del tutto casuali.

Questo blocco enumera le scelte fatte prima di lanciare le verifiche:

Gamma,M0 =  1.00

Gamma,M2 =  1.25

Dissipative beam elements will be checked for maximum cross-section class

Ductility class: LOW

Assumed fixed length of dissipative beams:      2000.00 mm

Minimum non dimensional slenderness for dissipative truss elements:    1.30

Maximum non dimensional slenderness for dissipative truss elements:    2.00

 

 

Questo blocco dice per una certa combinazione sismica quale sia il suo fattore Ω (Omega), ed a causa di quale elemento dissipativo affluente a quale nodo:

Computed Omega (min{Npl,Rdi / NEd,i}) to apply to seismic combination 4, is  4.35 (node 7, truss 4)

 

Qui viene data l'informazione relativa al massimo e minimo coefficiente Ω per una certa combinazione sismica, sugli elementi truss dissipativi:

 

 Combi     4.Omega,Truss,Min=    4.35 Truss,Min=    4 Omega,Truss,Max=    7.64 Truss,Max =    6 WARNING!!! CHECK NOT PASSED!!

 

 

Questo blocco segnala l'inizio di un nuovo nodo dissipativo:

*******************************************************

Node number    12 is connected to dissipative elements.

*******************************************************

 

Questo blocco si riferisce a un beam dissipativo:

 

 Beam #    5 is     dissipative. IPE 200-S235:

         Mpl2,Rd=  51850295.63 Mpl3,Rd=   10483328.9

         Class is ok. (Class Max = 1 )

         Maximum seismic axial force NEd is lower than 0.15 Npl,Rd (NEd =      1411.11, Npl,Rd=   669278.65 )

         Maximum seismic bending moment M2Ed is higher than Mpl,Rd (M2Ed =  88182838.52, Mpl,Rd= 51850295.63 )

         Maximum seismic bending moment M3Ed is lower than Mpl,Rd (M3Ed =       238.70, Mpl,Rd= 10483328.90 )

         Maximum capacity shear V3 is lower than 0.5 V3pl,Rd (V3 =     67566.22, V3pl,Rd=   189893.59 )

         Maximum capacity shear V2 is lower than 0.5 V2pl,Rd (V2 =     10483.33, V2pl,Rd=   196514.63 )

 

 

Questo blocco si riferisce a un beam NON dissipativo:

 Beam #    4 is NOT-dissipative. HE 220 B-S235

         maxN,Ed=     36852.74 Redf= 0.98  Mel2,Red= 169874106.43 Mel3,Red=   59696361.4

         This beam maximum capacity expl is  1.29, in combi 6, gov =  1.20  WARNING EXPL > 1 !!!

 

Questo blocco si riferisce a un truss dissipativo:

 

 Truss #    6 is     dissipative. O 33.7x3-S235: Npl=     67994.93

         Class is ok. (Class N = 1 )

         Slenderness check NOT PASSED: lam,s =      6.25

         Maximum seismic axial force NEd is lower than Npl,Rd (NEd =     44480.02, Npl,Rd=    67994.93 )

 

 

Questo blocco si riferisce ai dati riepilogativi sugli elementi affluenti al nodo dissipativo:

 Number of column (z) dissipative elements:                    0

 Number of horizontal (xy) beam dissipative elements:          1

 Number of truss dissipative elements:                         1

 Number of other dissipative elements:                         0

 Total number of dissipative elements:                         2

 

 Number of column (z) NOT-dissipative elements:                2

 Number of horizontal (xy) beam NOT-dissipative elements:      1

 Number of truss NOT-dissipative elements:                     0

 Number of other NOT-dissipative elements:                     0

 Total number of NOT-dissipative elements:                     3

 

Questo blocco si riferisce al controllo sul bilanciamento tra momenti elastici e plastici afferenti al nodo. Il controllo viene eseguito in tutte le direzioni, ma spesso ha senso solo per una direzione soltanto (in questo caso, momento diretto come Y, sismi diretti come X). Il controllo su Z è messo per completezza, ma normalmente non ha significato.

 

 X dir moment capacity check: MelX=    118426932(Nmm) MplX=           0(Nmm) gRD= 1.1 Expl =    0.00

 Y dir moment capacity check: MelY=    336999923(Nmm) MplY=    51850296(Nmm) gRD= 1.1 Expl =    0.15

 Z dir moment capacity check: MelZ=            0(Nmm) MplZ=    10483329(Nmm) gRD= 1.1 Expl =   99.00 !!!!!